Dal 17 febbraio la pinacoteca di Brera ospita Le Fantasie di Mario Mafai, 22 piccoli dipinti donati al museo dall'ing. Aldo Bassetti, presidente degli Amici di Brera fino all'anno scorso.
Le opere, esposte nella sala XVIII, su progetto di Alessandra Quarto e Marco Carminati, saranno poi destinate a Palazzo Citterio, che ospiterà la collezione di arte moderna del museo, futuro Brera Modern.
La storia delle Fantasie si intreccia indissolubilmente con la vita di Aldo Bassetti quando, da ragazzo, fu testimone dell'eccidio dell'Hotel Meina compiuta dai nazifascisti. (Chi fosse interessato può leggere la mia recensione a
La Guerra di Becky che narra di quella strage).
Fra le vittime Lotte Froehlich Mazzucchelli, 38 anni, zia di Aldo Bassetti che fu chiamato a riconoscere il cadavere. “Un’esperienza che ha cambiato completamente la mia sensibilità morale, politica e sociale. Ecco che Mafai diventa un simbolo della mia vita” è la testimonianza di Bassetti che ha voluto, con questa donazione dare un significato strettamente politico. “Questi lavori rappresentano un uomo, Mario Mafai, che come artista aveva avuto la priorità di descrivere le tristezze e le infamie dei campi di concentramento. Qui c'è il mio pensiero. Io desidero che si conosca quanto è accaduto nella storia, affinché sia ricordato per sempre” ha spiegato l’ing. Bassetti.
Mafai dipinse Le Fantasie tra il 1939 e il 1944 come atto di denuncia degli orrori della guerra e del nazifascismo.
Si può vedere, vivissima, l'eco dei Disastri della guerra di Goya in questi quadri disperati, di intensa impronta espressionista, che raccontano il terrore e in cui domina il rosso del sangue delle vittime e le terre figure dei carnefici. Documento non solo artistico ma soprattutto civile e morale.
Marcello Valenti
Immagine pubblicata con l'autorizzazione di Pinacoteca di Brera