1982-2022: I 40 ANNI DEL BRANO “IO NO”, L'URLO IN FACCIA AI CONFORMISTI IN NOME DEL FUTURO.
“Io No”, canzone proposta da Anna Oxa a Sanremo nel 1982, è un brano-manifesto, una dichiarazione per chi non si adegua, per chi non si accontenta e rompendo gli schemi sceglie, con decisione, di dire dei “No!” fregandosene bellamente di passare per la “pecora nera” agli occhi degli altri, soprattutto di quelli che seguono il vento “come un aquilone” cambiando ad “ogni stagione”.
Quella cantata in “Io No” non è però ribellione fine a se stessa, aggressiva o violenta, ma è volontà di distinguersi dalla corrente, dal pensiero dominante, dalle cattive abitudini della “brutta razza” alla quale appartiene chi, mentre vive un amore, “mette tutto in piazza” non rispettando questo sentimento e la persona amata, ed è anche desiderio di smarcarsi da chi pratica il sesso in modo meccanico e “cuore o meno, viene”.
Al di sopra di tutto c’è però in “Io No” la convinzione di voler mantenere sempre la propria individualità e i propri valori, seguendo la propria strada e vivendo pienamente la vita, perché questo è il solo modo in cui si crede fermamente di poter costruire un domani migliore, dove ci sarà “più sole” e dove, a scaldarsi insieme a noi sotto questo sole del futuro, ci sarà anche qualcuno con cui condividere il tempo dell’amore dal quale poi, un giorno, nascerà “un bimbo che dirà: io no!”.
C’è quindi un messaggio che passa di generazione in generazione dato che in ogni tempo ogni nuovo nato avrà qualcosa da cambiare per avere un futuro migliore e, a mio parere, è questo il messaggio che rende “Io No” una canzone che non ha perso nemmeno un briciolo della sua attualità a distanza di 40 anni.
“Io No” fu composta da Oscar Avogadro e Mario Lavezzi, duo di autori che hanno composto moltissimi successi degli anni 70 e 80, inizialmente era stata destinata a Loredana Bertè, che la incise ma che poi la scartò. La versione di Loredana, comparsa nell’album “Lorinedita” del 1983 pubblicato contro il volere dell’artista, ha un arrangiamento rock e acustico dalle sonorità seventies, mentre la versione poi proposta da Anna Oxa ha sonorità più “synth-pop” tipiche degli anni 80 e non presenta la strofa sul sesso che invece compare nella versione di Loredana. La canzone raggiunse il #18 nella classifica dei singoli italiani più venduti nel 1982 e rimase per diverse settimane nella top 40. Che io sappia non ne esistono cover ufficiali.
Francesco